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Legge 104: chi ne ha diritto e come funziona

Da Redazione

Ottobre 06, 2019

Legge 104: chi ne ha diritto e come funziona

La famosa legge 104, di cui tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta nell’arco della nostra vita, è una legge introdotta per garantire i diritti dei disabili e delle persone che li assistono. Tra gli strumenti che vengono adoperati da questa legge per consentire una tutela dei disabili troviamo: permessi di lavoro, divieti di trasferimento e agevolazioni fiscali. Andiamo a capire prima di tutto della legge 104 chi ne ha diritto e poi vediamo quali sono i requisiti ed i permessi.

Indice:

Che cos’è la legge 104?

Il 18 febbraio 1992 è entrata in vigore la Legge 104, il cui nome per esteso è “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. L’unico scopo del testo è infatti quello di fornire un’ampia regolamentazione dei diritti delle persone affette da disabilità e dei familiari che se ne prendono cura. Con questa legge sono state stabilite le diverse agevolazioni e le numerose tutele che possono essere sfruttare sia dai diretti interessati che da chi li assiste.

Che cos’è la legge 104

Lo scopo di una legge come questa è piuttosto ovvio: decretare il pieno diritto delle persone con disabilità di vivere in libertà ed indipendenza, nel pieno diritto di realizzarsi. Come apparirà chiaro nel proseguo del nostro testo, la legge 104 non si ferma a stabilire delle linee teoriche ma mette in campo una lunga serie di diritti e doveri con l’obiettivo di eliminare la disparità che le persona con disabilità si troverebbero altrimenti ad affrontare nel mondo del lavoro.

Legge 104 chi ne ha diritto?

Per capire chi rientra nella legge 104 basta leggere l’articolo 3 della stessa legge che individua il disabile come: “… colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione”.

Ovviamente, come chiarito dalla stessa legge, questa minorazione deve essere stata accertata da un’apposita commissione medica. È interessante sapere che questa legge si applica anche a stranieri ed apolidi (ad esempio nomadi), che abbiano residenza, domicilio o soltanto stabile dimora in Italia. Questo perché la legge 104 è una legge che si occupa di tutelare i diritti delle persone e non soltanto dei cittadini.

Legge 104 chi ne ha diritto

Come è facilmente intuibile, i parenti più prossimi della persona disabile sono ugualmente compresi nel testo della legge, in primo luogo i genitori, i figli, i coniugi della persona con disabilità che vengono individuati come coloro che se ne prendono cura. Proprio per svolgere al meglio questo gravoso compito hanno anch’essi diritto a delle agevolazioni ma soltanto in caso di disabilità grave.

Per chiarire il concetto di disabilità grave arriva in nostro soccorso lo stesso testo dell’articolo 3 che recita: “Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità. Le situazioni riconosciute di gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici”.

Come ottenere le agevolazioni

Nonostante il testo della legge 104 individui il concetto di handicap, non paragonandolo a quello di invalidità civile che viene invece utilizzato per il riconoscimento di pensioni, l’iter da seguire per poter usufruire dei benefici della legge 104 è praticamente lo stesso.

La prima cosa da fare è quella di recarsi dal proprio medico curante che, in base al riconoscimento necessario, compilerà tramite il sistema telematico un certificato con codice identificativo che andrà a confluire direttamente sul portale dell’INPS in modo da attestare la condizione in cui versa la persona.

Il medico, oltre all’inoltro telematico al sito INPS, rilascerà anche una copia cartacea del certificato (durata 90 giorni) che il paziente dovrà esibire alla commissione ASL che andrà ad accertare la disabilità. Entro 90 giorni dal momento in cui sarà compilato il certificato da parte del medico di base sarà necessario procedere alla prenotazione di una visita presso la Commissione Asl, tramite una richiesta all’INPS.

Per poter completare la richiesta è necessario aver richiesto un codice PIN di identificazione oppure rivolgersi ad un patronato o associazione disabili che sono abilitati a presentare questo tipo di domanda. All’interno della domanda bisognerà inserire il codice del certificato rilasciato dal medico di base cosicché  l’INPS possa abbinare la richiesta alla certificazione.

Dopo che sarà stata presentata la domanda il sistema genererà una ricevuta di protocollo, proponendo un serie di date disponibili per la visita davanti alla commissione ASL. Entro massimo 30 giorni dalla richiesta bisognerà sottoporsi alla visita di accertamento ordinario mentre il termine scende ai 15 giorni in caso di patologia oncologica.

Quando la visita sarà prenotata si riceverà una raccomandata a casa in cui saranno ricordati luogo ed orario dell’incontro ma anche i documenti da portare alla visita. Nel caso in cui non ci si presenti all’appuntamento si sarà invitati ad una seconda convocazione, se anche questa non sarà onorata sarà considerato come una rinuncia alla domanda.

Come ottenere le agevolazioni

Ovviamente nel caso in cui la persona che deve ricevere la visita non sia trasportabile all’ASL è possibile richiedere la visita domiciliare, per farlo è necessario richiedere uno specifico certificato al medico curante. Durante la visita l’interessato può farsi assistere da un medico di fiducia a proprie spese. Il verbale successivo alla visita viene validato ed è considerato parere definitivo soltanto in caso di parere unanime.

Se invece il parere non è unanime, cioè non tutti i componenti della commissione sono d’accordo, l’INPS sospenderà il verbale per acquisire altra documentazione e validarlo successivamente. Il verbale viene poi inviato dall’INPS all’interessato in duplice copia, una copia con tutti i dati sensibili e un’altra con soltanto il giudizio finale della commissione, la seconda versione serve per presentarla agli uffici amministrativi.

Si può decidere di impugnare il verbale ma sarà necessaria una procedura di accertamento tecnico preventivo davanti al tribunale competente, facendosi assistere da un avvocato.

Se hai bisogno di aiuto per capire come consultare i principali servizi online INPS ti consigliamo di leggere la nostra guida dedicata.

Agevolazioni sul posto di lavoro

In tema di lavoro la legge 104 offre molte agevolazioni, andiamo a vedere nel dettaglio quali sono. Secondo l’articolo 21 la persona disabile con invalidità superiore ai due terzi assunta presso enti pubblici per concorso o altro titolo ha la priorità nel diritto di scelta tra le sedi disponibili. Secondo l’articolo 33 sia la persona disabile lavoratore dipendete che il lavoratore dipendente che si occupa della persona disabile grave, hanno diritto di fruire di una serie di permessi e di tutele su eventuali trasferimenti.

In particolare gli affidatari di persone con handicap gravi hanno diritto al prolungamento del periodo di astensione dal lavoro fino a 3 anni, oppure, in alternativa, i genitori del bambino disabile possono usufruire di due ore di permesso retribuito giornaliero fino al completamento del terzo anno di età del figlio. Sia ai parenti che lo assistono sia al disabile sono riconosciuti inoltre tre giorni di permesso retribuito al mese.

Questo diritto può essere sfruttato da un solo lavoratore dipendente alla volta per l’assistenza dello stesso disabile. Un altro diritto importante per chi assiste un portatore di handicap è il diritto a scegliere, quando possibile, la sede di lavoro più vicina alla residenza della persona assistita. Il lavoratore disabile maggiorenne ha diritto di scegliere la sede di assegnazione più vicina e non può essere trasferito senza aver espresso il suo consenso.

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