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Perché fare il backup dei dati: i consigli da seguire

Da Redazione

Ottobre 30, 2019

Perché fare il backup dei dati: i consigli da seguire

Ogni giorno usiamo tantissimi dati digitali che memorizziamo su supporti di archiviazione magnetici come CD, DVD, hard disk e pendrive credendoli al sicuro.

Tuttavia, perderli può essere davvero molto semplice per tante cause differenti.

È sufficiente la rottura del supporto su cui sono memorizzati i dati per non riuscire più ad avere accesso ai propri file, oppure la cancellazione non voluta di cartelle e file o, ancora, l’azione malevola di qualche virus o malware, per questo motivo è importante effettuare sempre una copia di backup.

Per comprendere quanto sia fondamentale eseguire il backup, bisogna conoscere i motivi più frequenti che provocano la perdita dei dati, ma ancor prima cosa vuol dire effettuare un backup.

In questo articolo esaminiamo i dati forniti da Recovery Data leader nel recupero dati, azienda che ha realizzato un’infografica proprio su questo tema e che si occupa di recuperare tutti tipi di file (foto, documenti, video, dati personali, software) da ogni genere di dispositivo con ottime probabilità di successo anche in casi gravi.

Indice:

Cos’è il backup dei dati

Con il termine backup si indica quell’azione che prevede la creazione di una copia di sicurezza dei propri dati digitali su un altro supporto, un’operazione da fare periodicamente per avere sempre dati i dati aggiornati sulla copia.

Quindi, facendo questa operazione, si crea una copia di riserva al fine di prevenire la perdita definitiva in caso di guasti improvvisi o comportamenti accidentali come la cancellazione dei dati.

Perché fare il backup dei dati

Il backup può essere effettuato su diversi dispositivi di archiviazione come hard disk esterni, supporti ottici come CD, DVD e Blu-ray, semplici pendrive USB o schede microSD, oppure, è possibile salvare tutto su di un cloud.

Cause più frequenti della perdita dei dati

Ogni giorno abbiamo a che fare con la creazione e la gestione di una determinata quantità di dati, un semplice esempio sono le fotografie che scattiamo con lo smartphone e che carichiamo sui social network, queste restano sul dispositivo e senza una copia di backup, in caso di problemi al device, verrebbero perse.

La perdita dei dati presenti sui PC e su altri dispositivi è molto più frequente di quello che si possa pensare, tra le cause più diffuse ci sono:

  • Azione intenzionale: eliminazione di un file o di un programma
  • Disastro naturale come un incendio, un terremoto, un’alluvione
  • Azione non intenzionale: cancellazione accidentale di un file
  • Furto di dati, hackeraggio, infezioni da worm e virus
  • Guasto dell’hard disk, bug di un software, file di sistema danneggiati

Inoltre, la sbadataggine o la scarsa attenzione ai device che usiamo giornalmente possono comportare un guasto o un malfunzionamento provocando la perdita di dati.

Secondo alcune statistiche sulla perdita di dati aziendali, circa il 47% delle aziende ha perso i dati conservati nel cloud, solo il 35% delle PMI ha adottato una strategia efficace per recuperare i dati e il 60% delle aziende che subito una perdita di dati ha chiuso entro 6 mesi.

Queste percentuali fanno capire quanto la perdita dei dati sia un aspetto spesso sottovalutato dalle grandi aziende e come il non avere una copia di backup, possa provocare seri danni.

Come fare il backup e mettere al sicuro i propri dati

È chiaro che fare il backup dei dati è importante se si vuole essere sicuri di non perderli: questa operazione, a seconda del dispositivo, può essere effettuata anche da sé, semplicemente spostandoli su un altro supporto esterno di archiviazione.

Mettere al sicuro i propri dati

Cosa succede se quel supporto non funziona? Come recuperare i dati persi?

Solo gli specialisti in data recovery possono garantire il recupero, grazie all’ausilio di tecnologie, tool e competenze specifiche per intervenire su device molto diversi fra loro.

Tra i dispositivi più richiesti su cui intervenire per recuperare i dati circa il 50% sono PC, il 20% pendrive, il 15% smartphone, il 9% fotocamere digitali, il 5% server e l’1% tablet, mentre la tipologia di dati più diffusa da recuperare sono il 47% documenti di lavoro e il 42% foto e video.

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