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Andare in giro senza documenti: cosa si rischia

Da Redazione

Novembre 13, 2019

Andare in giro senza documenti: cosa si rischia

Spesso si esce di casa in fretta e furia per non tardare ai numerosi impegni in programma durante la giornata e si finisce per dimenticare qualcosa di importante, come ad esempio i documenti. Quando ci si rende conto di aver dimenticato i documenti è spesso troppo tardi, cioè quando si viene fermati per un controllo o quando ci servono per altri motivi. Andiamo a scoprire insieme cosa si rischia ad andare in giro senza documenti.

Indice:

Andare in giro senza documenti: cosa si rischia

Partiamo subito col dire che non è obbligatorio per legge camminare con i propri documenti d’identità al seguito. Tuttavia, chi viene fermato dalla pubblica autorità (polizia, carabinieri ecc) ha l’obbligo di fornire le proprie generalità, cioè di dare nome, cognome, residenza luogo e data di nascita.

Andare in giro senza documenti

Quando la persona fermata si rifiuta tuttavia di fornire i propri dati anagrafici è facoltà delle forze dell’ordine procedere all’accompagnamento coattivo in caserma, anche con l’uso della forza nel caso in cui il soggetto dovesse opporre resistenza. Tutto ciò è legittimato da una sentenza della Cassazione che specifica tuttavia che l’uso della forza deve essere proporzionato al tipo di resistenza opposta.

Controllo documenti polizia e carabinieri

Quando ad un qualsiasi cittadino viene richiesto da parte di polizia o carabinieri di fornire i propri documenti, costui è costretto a fornire un valido documento di riconoscimento (carta d’identità, patente di guida, passaporto o tessera sanitaria). Tuttavia secondo la legge i cittadini non hanno l’obbligo di camminare con i documenti in tasca, escluso il caso in cui non siano alla guida e debbano quindi avere con sé la patente.

Se un cittadino quindi ad un controllo dovesse dichiarare di non avere i documenti perché li ha lasciati a casa non gli potrebbe essere contestato alcun reato poiché secondo il codice penale esiste l’obbligo da parte del cittadino di fornire al pubblico ufficiale le proprie generalità, non di documentarla. In ogni caso, come specificato, carabinieri e polizia possono richiedere al soggetto di indicare le proprie generalità, quindi: nome, cognome, data e luogo di nascita e indirizzo di residenza.

Controllo documenti polizia

Il rifiuto quindi di consegnare i propri documenti non genera gli estremi di una contravvenzione nel caso in cui il soggetto fornisca le sue generalità al pubblico ufficiale. In questo modo l’agente potrà procedere all’identificazione del cittadino attraverso altri mezzi, cioè controllando il numero di targa della sua autovettura o accompagnandolo presso un posto di polizia o una caserma dei carabinieri per l’identificazione.

La fattispecie di reato quindi si innesca quando il cittadino non solo è sprovvisto di documenti ma si rifiuta anche di fornire oralmente le proprie generalità. Anche se la persona fornisce i dati spesso la polizia o i carabinieri avranno dei dubbi sulla veridicità dei dati stessi. Per questo è loro facoltà costringere il cittadino a recarsi presso la stazione più vicina per l’identificazione, dando vita a quello che viene definito accompagnamento o fermo identificativo. Il soggetto sottoposto a fermo identificativo non può essere trattenuto per più di 24 ore, dopodiché scatta l’ordine di rilascio se non sono stati riscontati altri reati. Ogni accompagnamento deve inoltre essere comunicato dal pubblico ufficiale al Procuratore della Repubblica.

È facoltà del cittadino nominare un avvocato difensore che partecipi alle operazioni di identificazione ma non è fatto obbligo da parte del pubblico ufficiale invitare il cittadino a nominarne uno. Come specificato non consegnare i propri documenti e rifiutarsi di fornire contestualmente le proprie generalità da vita ad una contestazione di reato.

In particolare il cittadino comunitario che si rifiuta di fornire indicazioni sulla sua identità personale è punito con l’arresto fino a 1 mese o se si rifiuta di esibire i documenti di identità pur essendone in possesso con l’arresto fino a 2 mesi. Invece per il cittadino extracomunitario che non esibisce il premesso di soggiorno o il passaporto alle forze dell’ordine c’è il rischio di arresto fino a 6 mesi e in caso di dubbi sulla sua identità può essere condotto in questura per i rilievi segnaletici.

Il nostro consiglio è quindi quello di portare con sé i documenti quando possibile e se proprio dovesse capitare di dimenticarli a casa, è sempre il caso di collaborare con le forze dell’ordine in caso sia necessaria un’identificazione, per evitare di commettere reato.

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