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Chi manda la visita fiscale INPS

Da Redazione

Settembre 30, 2019

Chi manda la visita fiscale INPS

Scopriamo insieme chi manda la visita fiscale INPS e come si svolge, quando un lavoratore è costretto ad assentarsi dal lavoro. Quali sono gli orari di reperibilità dei dipendenti pubblici? Quelli dei dipendenti privati? Risponderemo in questa guida a queste e tante altre domande sull’argomento.

Indice:

Che cos’è la visita fiscale INPS

La visita fiscale non è altro che un accertamento che può essere predisposto o dal datore di lavoro o dall’INPS per verificare che il dipendente assente sia effettivamente in stato di malattia. Spesso i dipendenti infatti sono costretti ad assentarsi dal posto di lavoro per malattia, che dalla legge viene intesa come un evento morboso che impedisce all’individuo di svolgere la sua attività lavorativa.

Il dipendente che è impossibilitato a recarsi sul posto di lavoro a causa di una malattia deve farsi rilasciare un certificato medico che indichi i giorni di riposo di cui ha bisogno per raggiungere la guarigione. Potrebbe accadere che un dipendente durante il suo periodo di assenza per malattia guarisca prima del previsto e di conseguenza torni anticipatamente al lavoro.

Per questo motivo è essenziale per i datori di lavoro e per lo stato verificare sia che la malattia sussista effettivamente, sia che lo stato di malattia sia ancora permanente. A questo scopo la legge consente visite di controllo all’indirizzo che il dipendente indicherà per il decorso della malattia.

La visita fiscale può essere richiesta dall’ufficio INPS oppure dal datore di lavoro e sono condotte da determinati soggetti, escluso naturalmente dal controllo il datore di lavoro. L’unico ente competente per le visite fiscali di controllo è diventato l’INPS dal 2017.

Andiamo ad analizzare nel dettaglio chi manda la visita fiscale, quali sono gli obblighi del dipendente ed andiamo ad analizzare il particolare caso in cui si verifichi un’assenza durante una visita di controllo.

Chi manda la visita fiscale INPS

La visita di controllo può essere richiesta dall’azienda o dall’ufficio INPS. L’azienda per poter richiedere la visita deve presentare istanza in via telematica sul sito dell’INPS, attraverso l’apposito servizio di Richiesta visite mediche di controllo, utilizzabile sia dai datori di lavoro pubblici che privati.

Chi manda la visita fiscale INPS

Per accedere il servizio basta essere in possesso delle credenziali INPS (username e password). Una volta effettuato l’accesso sarà necessario selezionare il nome dell’azienda che richiede la visita di controllo, successivamente bisognerà indicare i riferimenti del dipendente per cui si richiede il controllo.

Molto importante è indicare correttamente l’indirizzo di reperibilità che sarà utilizzato per riferimento dal personale dell’Asl o dell’INPS per completare la visita.

L’indirizzo da inserire nella richiesta è indicato nel certificato medico rilasciato dal medico del dipendente, reperibile sul portale INPS nella sezione certificati di malattia per i datori di lavoro. Dopo aver inserito tutti i dati sarà possibile scegliere la data per la visita di controllo e la fascia oraria in cui effettuarla.

Visita fiscale INPS: cosa deve fare il dipendente

I dipendenti del settore privato devono essere reperibili presso l’indirizzo che è stato fornito con il certificato medico per tutto il periodo della malattia, anche domenica e giorni festivi se compresi nel periodo di malattia, durante queste fasce orarie: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

I dipendenti del settore pubblico invece devono essere reperibili all’indirizzo di reperibilità per una fascia oraria più consistente, esattamente: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Visita fiscale INPS cosa deve fare il dipendente

Molto importante sapere, in ogni caso, che l’obbligo di reperibilità è escluso per i dipendenti affetti da gravi patologie che richiedono terapie salvavita e per stati patologici che hanno portato a un’invalidità di almeno il 67%.

A seguito della visita di controllo il medico dovrà redigere un verbale di cui rilascerà copia al dipendente e che sarà trasmesso all’INPS per renderlo disponibile a chi ha richiesto la visita (datore di lavoro).

Assenza alla visita di controllo

Quando il dipendente è assente al momento della visita fiscale, il medico rilascia un invito a presentarsi il successivo giorno feriale ad una visita di controllo ambulatoriale, comunicando immediatamente l’assenza all’INPS che a sua volta la comunica al datore di lavoro.

Se il dipendente dovesse assentarsi anche dalla visita ambulatoriale, l’INPS darà notizia al datore di lavoro. Il lavoratore avrà a questo punto 10 giorni a disposizione per produrre le proprie giustificazione. Se l’assenza dovesse risultare ingiustificata si potrebbe arrivare a delle conseguenze poco piacevoli.

Nel caso in cui il dipendente risulti assente alla prima visita si potrebbe incorrere nella perdita del trattamento economico per i primi 10 giorni. Se invece l’assenza è alla seconda visita, si aggiunge una riduzione del 50% per il residuo periodo di malattia. Nel caso in cui si verifichi un’assenza alla terza visita si perde il diritto totale a qualsiasi trattamento economico per tutta la durata della malattia.

Assenza alla visita di controllo

In alcuni casi il dipendente può essere giustificato all’assenza per una visita di controllo. Questo avviene nel caso in cui il lavoratore sia stato ricoverato presso una struttura ospedaliera o se ha un giustificato motivo. Il giustificato motivo si verifica con l’avvenire di casi di forza maggiore come ad esempio l’assenza per visite, esami o prestazioni specialistiche che non si sarebbero potuti svolgere in altri orari se non in quelli della fascia di reperibilità.

Per giustificare la propria assenza dalla visita fiscale il dipendente dovrà presentare tutta la documentazione necessaria a sua discolpa.

Molto importante sapere che l’azienda può predisporre degli accertamenti investigativi con lo scopo di sapere se il dipendente in malattia svolge un’altra attività. Lo scopo è quello di dimostrare che lo stato di malattia sia insussistente. La verifica deve essere limitata all’osservazione del comportamento del dipendente nella vita di tutti i giorni, tenendo conto esclusivamente dei comportamenti che possono portare responsabilità dal punto di vista lavorativo.

Nel caso specifico, chi mentre è in malattia si dedica ad un’altra attività lavorativa potrebbe andare incontro ad una contestazione per violazione dei doveri di correttezza e buona fede ed andare incontro al licenziamento.

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