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Fotovoltaico revamping: di cosa si tratta e quali sono i vantaggi

Da Redazione

Luglio 12, 2022

Fotovoltaico revamping: di cosa si tratta e quali sono i vantaggi

Nel corso degli ultimi tempi si sente spesso e volentieri parlare di revamping in merito agli impianti fotovoltaici e di quanto siano un sistema efficace molto utile. Il revamping, come si può notare andando sul sito soladria.it, sta a indicare semplicemente la riqualificazione di un impianto fotovoltaico che ha lasciato per strada, per vari motivi, una parte della sua produttività ed efficienza originarie.

Il sistema del revamping

Il termine revamp deriva dalla lingua inglese e sta a significare ammodernamento. Questi interventi, di conseguenza, hanno come obiettivo la riqualificazione e la modernizzazione degli impianti fotovoltaici che si trovano sul territorio, ma che non hanno più la capacità di garantire delle prestazioni di alto livello.

Nella maggior parte dei casi, tali interventi di riqualificazione si concentrano su pannelli e inverter, ma chiaramente possono riguardare anche componenti di minore importanza, come nel caso di cablaggi oppure strutture che fungono da adeguato sostegno. Non solo, visto che può essere necessario spostare semplicemente delle parti elettriche oppure creare delle innovative funzionalità per il controllo digitale e la gestione semplificata dell’intero impianto.

Importante anche mettere in evidenza come il GSE, seguendo le norme imposte dal Decreto Ministeriale 23.06.2016, abbia stabilito una serie di linee guida, che devono essere rispettate nel momento in cui si sceglie di effettuare degli interventi di revamping. Nello specifico, va sottolineato come, per tutti quegli interventi che hanno carattere fondamentale, nel giro di 60 giorni da quando sono stati completati, è obbligatorio procedere con l’invio di specifica comunicazione, allegando anche tutti quei documenti che sono pienamente idonei per una descrizione completa ed efficace dei lavori che sono stati svolti. Per tutti quegli interventi che non hanno questa grande importanza, ma anche per quelle operazioni che hanno ad oggetto impianti con una potenza uguale o inferiore rispetto alla soglia pari a 3 kW, non serve provvedere all’invio di alcun tipo di comunicazione.

I vantaggi in termini di produttività

In tanti si aspettano che l’intervento di revamping possa effettivamente comportare un incremento in tema di produttività di un certo impianto fotovoltaico. Ebbene, tutto è legato in realtà allo stato in cui si trova l’impianto a cui stiamo facendo riferimento.

Provando a considerare, ad esempio, un impianto che si trova in buone condizioni, ma che è stato installato circa un decennio fa, per mezzo del revamping si potrebbe mettere le mani su una produzione più alta anche fino al 20%. Si tratta di un vantaggio che è strettamente connesso all’effetto in sincronia di moduli del tutto innovativi e una potenza nominale iniziale che viene dichiarata e che non è chiaramente soggetta alla normale usura legata al passare del tempo.

Cosa cambia tra revamping e repowering

Il revamping corrisponde a un intervento necessario, che non si può non svolgere, mentre il repowering è in realtà a discrezione del proprietario della struttura. Il revamping viene portato a conclusione soprattutto quando le rese raggiungono dei livelli piuttosto bassi e l’intenzione è quella di provare a ripristinare un buon funzionamento, in termini di efficacia, con l’installazione di moduli che avranno anche dimensioni inferiori.

In effetti, ci sarà un bisogno di un numero di moduli differente rispetto a quello iniziale per poter toccare la medesima potenza complessiva che è oggetto dell’autorizzazione. Lo spazio che si arriva a risparmiare, in realtà, può essere riutilizzato in modo decisamente saggio. Ovvero, si può pensare di provvedere all’installazione di ancora più moduli, seguendo un potenziamento non incentivato, collegandoli a un nuovo POD per la produzione di un più alto quantitativo di energia.

Anche se è molto complicato fare qualsiasi stima, pare che il potenziale sia compreso tra 500 MW e 1 GW all’anno. Il problema che blocca numerosi imprenditori è legato al percorso burocratico da affrontare, che assomiglia davvero a una fitta giungla.

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