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Lavoro notturno: come funziona, orari e regole

Da Redazione

Gennaio 25, 2022

Lavoro notturno: come funziona, orari e regole

Il lavoro notturno è, come intuibile dal termine, una prestazione lavorativa che viene svolta in orario notturno, cioè nella fascia 24:00 – 5:00. Tuttavia, è definibile lavoro notturno anche una prestazione che avviene in un arco temporale inferiore (almeno 3 ore) o superiore all’interno di questa fascia oraria. Si può considerare lavoratore notturno colui che svolge il lavoro notturno per almeno 64 giorni lavorativi all’anno.

Il lavoro notturno è usurante?

Ci si chiede se il lavoro notturno può essere annoverato tra i lavori cosiddetti usuranti. Per prima cosa, bisogna definire quali sono i lavori usuranti. Si tratta di quelli individuati dal D.Lgs. 67/11 che rimanda al decreto del Ministero del Lavoro del 19 maggio 1999 e al D.Lgs. 374/93. Secondo le normative appena citate, il lavoro notturno è usurante se organizzato in turni con almeno 6 ore in cui è compresa la fascia notturna o se il lavoro è svolto ordinariamente in orario notturno per almeno 3 ore. In questi casi, è possibile usufruire di agevolazioni per la pensione, coma la quota 97,6. Ciò significa che può andare in pensione con almeno 61,7 anni d’età anagrafica e almeno 35 anni di contributi versati.

Gli oneri per il datore di lavoro

Per un datore di lavoro vi sono alcuni oneri da rispettare. In primo luogo, vi è l’obbligo di sottoporre a controlli medici preventivi e sottoporre a sorveglianza sanitaria biennale i lavoratori notturni, al fine di accertarsi che non vi siano controindicazioni per lo svolgimento dell’attività notturna. In caso di inosservanza di tale obbligo, vi è un’ammenda pecuniaria oppure l’arresto dai 3 ai 6 mesi. In caso di sopraggiunte condizioni di salute accertate nell’ambito di tali controlli, il lavoratore deve essere adibito a mansioni equivalenti diurne laddove disponibili. Inoltre, è onere del datore di lavoro anche assicurare mezzi e strumenti adeguati al fine di garantire la sicurezza sul lavoro, equivalenti a quelli previsti per il lavoro svolto nelle ore diurne. Inoltre, a seguito di un consulto con le rappresentanze sindacali, deve predisporre misure particolari se i lavoratori sono esposti a maggiori rischi.

Quando è vietato il lavoro notturno?

Il lavoro notturno è vietato in alcuni casi, come previsto dal D.Lgs. n° 66 dell’8 aprile 2003. In particolare, ai lavoratori minorenni; alle donne in gravidanza fino a tre anni di età del bambino (o in alternativa ai padri lavoratori); ai lavoratori con persone disabili a carico secondo la legge 104; ai genitori di figli con età inferiore ai 12 anni, unici affidatari del figlio convivente. Tali categorie sono universali, ma alcuni CCNL possono ampliare la platea (mentre, al contrario, non possono ridurla). Per il datore di lavoro che adibisce al lavoro notturno le categorie citate, vi sono delle ammende pecuniarie, mentre in caso di violazione del divieto di impiegare donne in gravidanza, rientra tra le sanzioni anche l’arresto tra i 2 ed i 4 mesi.

Come dimostrare il lavoro notturno?

Se si svolge lavoro notturno fino alla pensione, non va dimostrato. Invece, ne serve prova se non è stato svolto negli anni immediatamente precedenti alla pensione. In questo caso, bisogna certificare di aver lavorato in orario notturno per almeno la metà degli anni contributivi. Per i lavoratori assunti dopo l’11 gennaio 2008, invece, non occorre fornire attestati oppure ulteriori prove.

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