Come funziona la verifica messa a terra
Da Redazione
Febbraio 05, 2022
L’obbligo di verifica messa a terra: chi è obbligato e come funziona
L’impianto a terra è quella parte dell’impianto elettrico che si attiva nel momento in cui si verifica un guasto. Si tratta di un sistema di sicurezza molto importante che evita la folgorazione a causa di contatti indiretti.
Dal 2001 è obbligatorio verificare la messa a terra degli impianti nelle attività lavorative, come stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica numero 462.
In questo articolo vediamo come funziona la verifica della messa a terra, chi ha l’obbligo di effettuarla e chi sono i professionisti che possono eseguirla.
Come funziona la verifica della messa a terra
L’impianto di messa a terra è una componente dell’impianto elettrico. Questa componente è fondamentale, un salvavita in caso di guasto, perché evita la folgorazione delle persone per contatti indiretti.
I dispositivi devono essere funzionali ed efficienti ed è necessario procedere a periodiche verifiche per assicurarsi che tutte le procedure siano state messe in pratica e che gli impianti funzionino a dovere.
La verifica periodica è prevista dal DPR 462 menzionato nell’introduzione e bisogna distinguerla dalla manutenzione ordinaria seppur periodica degli impianti, che invece è prevista dal D.lgs. 81/08. La manutenzione ordinaria è eseguibile da un elettricista, mentre la verifica periodica ex DPR 462 è un compito che spetta a organismi specifici.
Vediamo più nel dettaglio.
La verifica degli impianti di messa a terra: chi è obbligato
Il decreto del Presidente della Repubblica 462 sancisce che la revisione dell’impianto è obbligatoria per tutte le attività lavorative che impiegano almeno un lavoratore al loro interno. Qui bisogna fare una precisazione: per lavoratore si attende l’accezione più ampia possibile, quindi non solamente i lavoratori dipendenti, ma chiunque svolga delle mansioni all’interno dell’azienda, come lavoratori autonomi o in appalto, stagisti privi di retribuzione, soci lavoratori, lavoratori socialmente utili, come stabilito dal Testo unico sulla sicurezza.
A tal fine non rileva se il lavoratore percepisca una retribuzione o quale sia la sua tipologia contrattuale. Sono esclusi solo le imprese a gestione familiare e i collaboratori domestici, ma rientrano nell’obbligo i condomini, le scuole, i circoli ricreativi e le attività comunali.
Vediamo ora quando bisogna fare la verifica degli impianti di messa a terra.
La verifica degli impianti di messa a terra: quando si fa
La verifica degli impianti di messa a terra deve essere fatta ogni due anni in tutti quegli ambienti che sono a maggior rischio in caso di incendio. Si tratta di impianti che in caso di incendio sono soggetti ad un maggior rischio e mettono a maggiore repentaglio la salute e la sicurezza del personale.
I locali ad uso medico, i cantieri edili e tutti gli ambienti classificati come con pericolo di esplosione hanno l’obbligo di verifica biennale.
Tutti gli altri ambienti effettuano la verifica degli impianti ogni cinque anni.
Vediamo ora chi esegue le verifiche.
La verifica degli impianti di messa a terra: chi la fa
La verifica degli impianti di messa a terra è una sorta di revisione e deve essere eseguita in modo esclusivo da organismi ispettivi ben individuati dal DPR 462, si tratta di privati con l’abilitazione Ministeriale e che sono soggetti a precise normative oppure dall’ASL e ARPA.
La verifica non può essere eseguita dall’elettricista di fiducia o da studi professionali privi di abilitazione.
Vediamo ora cosa succede in caso di mancata verifica degli impianti di messa a terra.
Cosa succede se non si fa la verifica degli impianti di messa a terra
Chi non effettua la verifica periodica degli impianti di messa a terra è soggetto a sanzioni. Si tratta di sanzioni amministrative che vanno da 1.000 a 4.800 euro e sanzioni penali che prevedono l’arresto da 2 a 4 mesi di reclusione.
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