Fare impresa oggi: i costi delle materie prime e le soluzioni per la crisi
Da Redazione
Maggio 08, 2024
I sei mesi di lockdown prolungato hanno cambiato radicalmente l’economia del globo e purtroppo hanno portato a uno scenario peggiorativo pesante tanto per le aziende quanto per i consumatori.
Se i secondi possono sopperire rinunciando ad alcune spese o gestendole diversamente, per chi possiede un’attività il rischio crack è sempre dietro alla porta! Specie ora che le materie prime hanno raggiunto aumenti notevolissimi. Cosa comporta tutto questo? E come agire se purtroppo la propria azienda arriva al fallimento o quasi?
Cosa fare in caso di rischio di fallimento di impresa
Si considera fallimento d’impresa quel momento in cui un’azienda non riesce più a rimborsare i propri debiti. Prima di arrivare a questo default totale ci sono, tuttavia, delle fasi intermedie. Si possono, per esempio, adottare soluzioni su misura come quelle proposte dagli esperti di https://www.contoprotestatiservice.it/ che possono offrire una seconda possibilità a molti imprenditori.
Oppure si può pensare a una strategia di ristrutturazione debitoria come il trust liquidatorio, il concordato preventivo o la cessione dell’azienda con debiti. O in alternativa, per scongiurare situazioni drastiche come quelle di un procedimento fallimentare, è possibile fare impresa con maggior lungimiranza tenendo conto di tutti i singoli costi, a partire da quello delle materie prime che, oggi come oggi, è forse il più complicato da gestire.
Perché aumentano le materie prime
Ma per quale motivo negli ultimi anni i metalli, il petrolio, l’energia elettrica e il gas sono aumentati? La spiegazione generica associata a questo fenomeno è che la spinta inflazionistica non si è più fermata dal 2020 in poi e che ha colpito il settore edile, quello petrolifero e che in generale vede alcuni materiali industriali che sono presenti in scarso numero e che quindi hanno prezzi molto più alti.
Aumenti costi materie prime per le imprese
Questo scenario inflazionistico ha generato ulteriori costi che anni fa non incidevano sul budget delle imprese.
Per cui un buon imprenditore deve controllare nel dettaglio ogni singola spesa e deve aggiornarsi in continuazione sull’andamento oscillante dei prezzi delle materie prime, usando i canali di informazione adeguati. Infatti, rincari forti su gas ed energia comportano un fermo delle attività industriali o una perdita non recuperabile di quote di mercato. Questa situazione porta delle stime che sono preoccupanti e che aumentano il rischio di default fino al 6,22% rispetto ai dati del 2019 che lo conteggiavano con un 4,45%.
Come difendersi dalla crisi globale
Dunque, per non rientrare nel 6% delle aziende sfortunate serve ridurre i rischi d’impresa. Per cui può essere un passo in più non limitarsi a un solo fornitore e magari pensare a quelli anche europei e non solo italiani.
A questo scopo possono servire delle ottime analisi di mercato che sanno fare coloro che lavorano nel web marketing, che non ha un’unica sfera di competenza, ma comprende più attività che vanno conosciute. O ancora trovare un modo efficiente per ridurre la tail spend.
Purtroppo, al giorno d’oggi mantenere un’attività aziendale è complicato e occorre massima attenzione per non trovarsi in gravi situazioni di dissesto economico! Sarebbe un peccato far fallire la propria creatura personale, perché, in fondo, per ogni imprenditore la propria azienda rappresenta un sogno che svanisce.
Articolo precedente
Sicurezza sul luogo di lavoro: cosa fare in caso di incendio?
Articolo successivo
Le passioni degli italiani più diffuse online
Redazione
Articoli correlati
Guida alla ricerca di lavoro per neolaureati a Messina
Dicembre 04, 2024
Dove conviene aprire un’attività all’estero?
Novembre 17, 2024