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Houston abbiamo un problema, chi l’ha detto?

Da Redazione

Maggio 24, 2020

Houston abbiamo un problema, chi l’ha detto?

Tutti avranno sentito almeno una volta nella vita l’esclamazione “Houston abbiamo un problema”, tuttavia sono in tanti a non sapere da dove derivi questa citazione, andiamo a vedere insieme significato ed origine di questa frase.

Houston abbiamo un problema, chi l’ha detto?

La frase “Huston abbiamo un problema” è la traduzione di “Houston, we have a problem” che non è altro che una citazione di un famoso astronauta dell’Apollo 13, Jack Swigert. Nello specifico la frase pronunciata è stata “Ok Houston, we’ve had a problem here” che tradotto significa “Ok, Houston, abbiamo avuto un problema qui”.

Dalla base arrivò come risposta “This is Huston. Say again please” cioè “Qui Houston, ripetere prego”, tanto che dopo pochi secondi il comandante Jim Lovell dovette ripetere le stesse parole pronunciate da Swigert per rendere noto che era in corso un’avaria di sistema.

Come si utilizza la frase “Huston abbiamo un problema”

Questa frase, entrata ormai di diritto nei vocabolari di mezzo mendo, viene utilizzata solitamente in un contesto informale per scherzare od ironizzare su un eventuale problema imprevisto che è insorto improvvisamente.

Houston abbiamo un problema

Come abbiamo avuto modo di vedere la citazione, così come diffusa tra la gente, non è una corretta trasposizione delle reali parole pronunciate da Swigert. Come mai questo è avvenuto? La colpa di questo errore storico è da attribuire al film Apollo 13 diretto da Ron Howard ed interpretato da Kevin Bacon e Tom Hanks.

Questo film era proprio dedicato alla vicenda del lancio dell’Apollo 13 dell’11 aprile 1970 quando dopo 55 ore dalla partenza venne trasmesso dalla radio il messaggio radiofonico con la frase per segnalare che uno dei quattro serbatoi dell’ossigeno del modulo di comando era esploso ad oltre 300 chilometri dalla terra.

Proprio a causa di questa esplosione l’equipaggio dovette decidere di aggirare la luna in modo da poter ottenere la spinta necessaria a ritornare sulla terra. Il modulo di servizio infatti fu seriamente danneggiato dall’esplosione tanto che i tre astronauti a bordo dovettero trasferirsi su Aquarius, un modulo lunare che fu utilizzato come mezzo per tornare invece che per atterrare sulla Luna.

Il viaggio di ritorno durò 4 giorni e fu molto scomodo per gli astronauti ma questo imprevisto riuscì a dimostrare che il programma spaziale americano era in grado di affrontare situazioni di crisi impreviste riuscendo a portare in salvo l’intero equipaggio anche in situazioni di estremo pericolo.

Inoltre il successo mediatico di questa missione fu decretato proprio dall’imprevisto che si verificò, la partenza della spedizione infatti fu ignorata da gran parte dell’opinione pubblica mentre il ritorno, proprio a causa del pericolo che morissero tre astronauti, riuscì a suscitare l’interesse del mondo intero che seguì la vicenda con il fiato sospeso sperando nella buona riuscita dell’operazione di salvataggio.

Apollo 13: non solo “Houston abbiamo un problema”

Huston, abbiamo un problema non è però l’unica citazione resa celebre dalla spedizione Apollo 13. Non tutti sanno infatti che il flight director Gene Krantz, proprio in virtù del suo compiuto di rassicurare gli astronauti durante le missioni spaziali pronunciò un’altra fase che è entrata di diritto nella storia: “Failure is not an option”.

Proprio questo atteggiamento, in una situazione di scarica di adrenalina come quella causata dall’esplosione, consentì agli astronauti di superare le difficoltà. Questa rassicurazione fu molto importante per consentire agli astronauti di trovare una soluzione per aggirare il problema.

Inoltre un altro aneddoto molto significativo relativo alla missione fu che gli astronauti dell’Apollo 13, analogamente a quanto fatto dall’equipaggio dell’Apollo 11, rinunciarono ad indicare i loro nomi sull’emblema della missione per sottolineare che il successo della missione era sempre merito di un gruppo di persone e non soltanto dei tre astronauti.

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