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Recensione Unmechanical Extended, un puzzle intuitivo e robotico

Da Redazione

Marzo 01, 2015

Recensione Unmechanical Extended, un puzzle intuitivo e robotico

Unmechanical Extended locandina

Nato come adventure game in cui anche la componente puzzle trova la propria dimensione unica ed originale, Unmechanical Extended è un gioco di sicuro effetto, che ha inoltre ottenuto un Nordic Game Award grazie al suo design luminoso e di impatto, oltre all’aver portato su Playstation Network e Xbox Live un’edizione rinnovata in cui ritroviamo nuovi livelli e puzzle, nel caso in cui al giocatore non fosse sufficiente l’avventura principale.

Unmechanical Extended trova il proprio background in un ambiente alquanto inusuale, frutto di un crossover tra roccia e ferro, scelta di design che potrebbe certamente ricordare i dettami del genere steampunk. Incarneremo i panni di un piccolo robot, desideroso di uscire dal complesso siderurgico in cui è tenuto prigioniero, con suo dispiacere. La ricerca della libertà contemplerà naturalmente una sfida continua contro enigmi ambientali, che richiederanno il nostro massimo uso di memoria, intuizione e agilità mentale nel trovare vie d’uscita plausibili per il nostro protagonista.

I controlli sono intuitivi e perfettamente calibrati sui movimenti ed il framerate applicato al robot ed all’ambiente circostante, evitando spiacevoli effetti di lag, il che si sposa alla perfezione con le atmosfere in bilico tra il “creepy”, ed il dark. I nostri principali nemici saranno curiose forme di vita meccaniche, principalmente polipi dotati di zampe ingegnerizzate artificialmente, con l’aggiunta di un raggio laser traente che rappresenta un ottimo omaggio visivo ai film di fantascienza che hanno segnato i decenni passati.

Unmechanical Extended

Interagire con l’ambiente circostante afferrando, manipolando e ricostruendo elementi con quanta più creatività possibile aprirà il giocatore a nuove soluzioni. Il backtracking, in Unmechanical Extended, non è una componente particolarmente considerata, in quanto i puzzle presentati sono risolvibili in maniera indipendente dalle stanze in cui si trovano, impedendo un vero e proprio “tornare sui propri passi” per recuperare eventuali bonus tralasciati.

Lo stile realizzativo impegna inoltre il giocatore affinché riempia gli slot relativi alle strumentazioni al massimo, aiutati inoltre da una dimensione audio che sfrutta colonne sonore particolarmente incalzanti, al limite tra l’elettronico e l’industrial, che fornisce al giocatore il giusto incentivo a proseguire. Spesso il nostro protagonista potrà subire delle modificazioni meccaniche di cui dovremo prendere conto, che ci permetteranno di affrontare ambienti particolarmente ostili in precedenza (come gli stage acquatici), ricordandoci l’estensione dei livelli da conquistare, nonostante la loro struttura a compartimento stagno.

E’ possibile inoltre completare la modalità principale (Campaign) con relativa facilità, nonostante gli enigmi ambientali proposti non siano nulla di particolarmente banale, ma risolvibili dal giocatore esperto dopo un paio di colpi d’occhio. E’ in questo che si rivela una delle intuizioni fondamentali di Unmechanical Extended, soprattutto nella continuazione dell’episodio principale, che in via del tutto inedita ci permetterà di controllare un altro robot alla ricerca di un proprio simile, offrendo un gameplay interessante in quanto i controlli su schermo saranno attivabili da entrambi i protagonisti.

In conclusione, Unmechanical Extended rappresenta una delle prove più apprezzabili e da non perdere facilmente di Grip Games per quanto riguarda un settore, relativo ai rompicapo puzzle, sempre più complicato da abbellire con gameplay inediti ed in grado di catturare l’attenzione per design e interazione con l’ambiente.

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